L’intervento di innesto di cellule staminali limbari coltivate
La procedura di innesto di cellule staminali limbari coltivate inizia con un piccolo prelievo superficiale di limbus (2 mm² di dimensioni, circa 100 micron di profondità) che viene fatto, senza ricovero, in sala operatoria, in anestesia locale. Il prelievo viene fatto nell’occhio contro-laterale non affetto da malattia; in caso di danni bilaterali, è sufficiente una zona non danneggiata di pochi millimetri dove eseguire la biopsia e poi estrarre le cellule staminali per la coltura. L’occhio non viene bendato e il paziente può tornare a casa e riprendere tutte le normali attività mentre il tessuto prelevato viene inviato al laboratorio, che svolgerà tutta la procedura di isolamento e coltura delle cellule staminali. Il rischio per l’occhio donatore è molto basso, tenendo conto della sede periferica e delle dimensioni del prelievo. Anche quando la biopsia è stata ripetuta più volte non abbiamo mai osservato alcun problema. Dopo circa due settimane le cellule staminali, preparate su un foglietto di fibrina, molto simile a una grande lente a contatto morbida, vengono inviate al chirurgo che eseguirà l’innesto.
L’intervento di innesto delle cellule staminali coltivate prevede la rimozione dello strato vascolarizzato che ricopre la cornea e il successivo posizionamento del foglietto di fibrina (fig.5), contenente le cellule coltivate, sulla superficie corneale. Se l’ustione è stata superficiale a volte la cornea sottostante può essere trasparente: in questo caso l’intervento è risolutivo. Se ha contrario il danno è stato profondo, con la formazione di un leucoma stromale, in un secondo tempo si renderà necessaria il trapianto di cornea tradizionale, lamellare o perforante, per sostituire il tessuto opaco. Dopo questo innesto il trapianto di cornea avrà buone probabilità di successo perché le cellule staminali innestate saranno in grado di sostenere l’apporto di nuovo epitelio Fig 6 a,b,c). L’osservazione che, a distanza di anni, i lembi di cornea innestati con gli interventi di cheratoplastica erano perfettamente trasparenti con un epitelio stabile è stata una ulteriore conferma che le cellule staminali coltivate hanno mantenuto le loro caratteristiche e le loro capacità nel tempo (Rama 2010 ).