L’idrope corneale acuta (cheratocono acuto)

Durante l’evoluzione del cheratocono può verificarsi, in modo imprevedibile, una rottura della membrana di Descemet (fig 5) Il quadro esordisce con un brusco calo della vista che può essere accompagnato o meno da dolore, ed è causato dal passaggio di umor acqueo nello stroma attraverso una breccia posteriore. Nella maggior parte dei casi l’edema acuto si risolve spontaneamente una volta che l’endotelio ricopre la rottura migrando dalle zone adiacenti. Nella fase acuta non è consigliabile la cheratoplastica “a caldo” perché l’edema corneale rende impreciso e difficile l’intervento.

Non c’è alcun rischio nel rimandare l’intervento e se l’edema non si risolve spontaneamente nell’arco di tre o quattro settimane, si può favorirne la risoluzione con un intervento di diatermia corneale associata all’introduzione di una bolla d’aria in camera anteriore (fig 8 a-b).
La diatermia ha lo scopo di coartare il tessuto mentre la bolla d’aria evita la continua filtrazione di acqueo nello stroma: entrambe favoriscono in questo modo la migrazione e la riparazione della rottura da parte delle cellule endoteliali. Poiché l’edema che si verifica nel cheratocono acuto non è di origine infiammatoria ma è secondario alla rottura dello strato posteriore i farmaci che normalmente hanno effetto sull’edema corneale non trovano qui indicazione e non c’è alcun vantaggio a ridurre farmacologicamente la pressione intraoculare.

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